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mercoledì 26 giugno 2019

quel che brucia


COLPI di Mario Luzi

La potatura d’alberi rintocca
colpo su colpo di pennato. Il freddo
fa rilucere i tagli ancora vivi.

Tempo che l’uomo in là con gli anni dice:
sono com’ero in compagnia del fuoco
che avviva e rode la sostanza, veglio

su quel che brucia e quel ch’è fatto cenere,
tengo fede ai pensieri d’una volta.
Pure non è gran cosa, è men che poco.

Anni, ancora, che quanto viene offerto
sotto la specie del dolore
tarda a farsi vita vera.

Per anni e anni
la vita segue la vita
con la fedeltà che ha l’ombra

mentre scorre il fiume,
mentre il filo d’erba trema
tra pala e pala della falciatrice

e l’uomo appena uscito dalla prova
integro o privato del suo bene
solleva il capo fino al nuovo colpo.

domenica 7 gennaio 2018

luce e canto


























LA NOTTE NERA SI ERA FATTA AURORA di M. Luzi

La notte nera si era fatta aurora,
le aurorò sul viso
e nei capelli
con paese tutt'intorno;
s'avvide di sé e si sorprese
lì, presente
in quel punto del tempo,
dello spazio, del vivente.
Io? che io sia qui
è scritto, è necessario
oppure indifferente? -
pensò e non seppe di pensarlo
rapita la sua mente
le incendiarono frattanto
luce e canto
della fonte
che prodiga profonde
acqua di sorgente
alla valle sottostante
e alla sua sparuta montanara gente.
Chi sa, potresti forse
per pura libertà
o per arbitrio
da questa imminenza essere esente,
viverne distante
eppure da sempre ne sei parte,
palese o clandestino astante,
oh, tout se tient.

giovedì 14 dicembre 2017

semenze piovute


da LASCIAMI, NON TRATTENERMI di M. Luzi

Lui solo in quella solitaria casa

coabitava con lui,

                                lo seguitava

dovunque e in ogni istante,

                                               gli teneva

non indesiderata compagnia,

ossessiva tuttavia, fisso, il pensiero della morte.

Lui solo ma in lui quante esistenze

sue ed altrui, semenze

piovute chissà quando

nella tumultuaria lontananza

del tempo e dello spazio

popolavano quelle vuote stanze –

se non che signora

                                  occulta

del luogo era memoria,

memoria di memoria

fino alla prealba della mente

e della materia –

e lui? Lui chi veramente era?

giovedì 24 settembre 2015

desiderium


(Desiderium collium aeternorum) di Mario Luzi

Guardai quelle colline,
                             erano vere
o le aveva
un allungo celestiale
del pensiero
fatte nel sogno intravedere
tra le mire
             del perenne desiderio?
là si erano
a lungo
         come da un esilio
diretti oscuramente
i pensieri del ritorno,
su loro erano scorsi
anelando
           i miei pensieri
anche quando pensavano ad altro –
e ora uscivano
in una struggente trasparenza
a un incontro
con l’antica ansia,
a un promesso appuntamento
di luce, di verità immanente…

domenica 9 agosto 2015

nell'essere

da Lasciami, non trattenermi di M. Luzi

Non perderti, non allontanarti dal pensiero,
non uscire dal desiderio
tanto da non potervi ritornare
                      e non provarne
mutuamente tu ed io alcuna pena.
Fa’ che questo non si avveri.
Non lasciarmi immaginare
un tempo
in cui sia fatta aliena,
musa in ansia, fuggitiva
trattenuta appena.
                  Resta
nella adiacenza dell’umano
se non proprio del suo male
almeno del suo dolore,
                 ti prego,
forse non dovrei, ti porta
il tuo respiro
dov’è necessario,
lo voglia o non lo voglia, per te andare.
Va’, però non ti eclissare
nel nulla immemoriale,
sia nell’essere certo e incancellabile
che nell’essere tu eri, tu nell’essere sei stata.

mercoledì 29 luglio 2015

al balzo


LA NOTTE LAVA LA MENTE di M. Luzi

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.

mercoledì 15 luglio 2015

senza fine


AMANTI di Mario Luzi

Che mi riserva rivederti, amore,
quale viaggio t’hanno dato i venti?
L’oscuro avvolge questi giorni chiari,
circola forse in questa luce densa
qui dove a macchie dondolanti o ferme
filtra oro ed il vino matura.
Spicco dal cielo questo frutto splendido,
chiudo gli occhi su quel che porta seco,
o lo stare sulle spine
o il dirsi addio a cuore gonfio,
questo tempo nel tempo senza fine.

venerdì 26 giugno 2015

minimi spiragli

PUÒ ESSERMI CELATO IL PIENO GIORNO di Mario Luzi

Può essermi celato il pieno giorno,
può negarmelo un sipario
di materia e d’ombra,
però flagra, matura,
                                     canta
pur nel silenzio degli uccelli
di là da quel diaframma.
Eccola s’infiamma la raggiera
dai minimi spiragli,
                              s’incendia di straforo
nel nero della stanza
il semicerchio d’oro, clandestina
corona alla vittoria del mattino.
                                         È estate.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.

lunedì 16 dicembre 2013

tempo e spazio

ONDE di Mario Luzi

Qui è la lotta con se stesso del mare
che nelle cale livide si torce
si svelle dalla sua continuità,
s’innalza, manda un fremito e ricade.
Il mare, sai, mi associa al suo tormento,
il mare viene, volge in fuga, viene,
coniuga tempo e spazio in questa voce
che soffre e prega rotta alle scogliere.