mercoledì 24 dicembre 2014

natale metropolitano

DI UN NATALE METROPOLITANO  di E. Montale

Un vischio, fin dall'infanzia sospeso grappolo
di fede e di pruina sul tuo lavandino
e sullo specchio ovale ch'ora adombrano
i tuoi ricci bergére fra santini e ritratti
di ragazzi infilati un po' alla svelta
nella cornice, una caraffa vuota,
bicchierini di cenere e di bucce,
le luci di Mayfair, poi a un crocicchio
le anime, le bottiglie che non seppero aprirsi,
non più guerra né pace, il tardo frullo
di un piccione incapace di seguirti
sui gradini automatici che ti slittano in giù….

lunedì 15 dicembre 2014

non tace

DI UMANO TEMPO

quel che permane e senza nome scende
su carte per derive già saliva
–  nera parola oggi lo scrive da sola – 
e quel che sul velo segna era già di voi 
voce, come quella che in sogno di casa
qui giace d’eretico amore arsa 
e di umano tempo andato non tace.

Uguale è questa primavera: eco di rose
in carne tracima fiamma di voce reale.

G. Nigretti da Derive nel vento 2014

sabato 13 dicembre 2014

non siamo

da Ossi di Seppia di Eugenio Montale


Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


***


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

venerdì 12 dicembre 2014

fru fru

















 VELOCE SBIADISCI

Dove sei tenero amore
di~letto?
ho letto l’odorate parole
sudate
tra tremiti hai sorpreso
i peri miei .

Ma come hai fatto senza pascoli
di leopardi?
fra i quadri e i cento colorati
piatti – di uno che
da un fru fru fra le fratte
versarti voleva sulle sponde di levante.

Sempre cara di quella siepe
Rimani
Dove dell’ultimo orizzonte
Escludi voce
Mirando d’infinito parole
In profondissimo dolore
Veloce scolori
Di là dell’erme tende
Fiorate
Fra strappi e rammendi
Comparando vai
Il silenzio coniugale
E la morta stagione nuziale
Annegata nel canale
Del quotidiano naufragare.

G. Nigretti da Derive amare 2004/05

lunedì 8 dicembre 2014

di luna


DI LUNA

Folata d’occhi sgrana
l’aria – senza segno o
parola sulla sera piana
s’invola

a lumera di luna
una nenia amara
canta lontana 

a fili d’argento cadente
stella si spoglia

fumida la notte s’abbuia
scabro di luna m’addoglia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/2010

domenica 30 novembre 2014

nausiche


AUSPICI

I
Scompigliate Nausiche
scambieranno amore
per un foglio di strabiche parole?

II
Navigando le derive bifronti
in qual tempo muteranno
dei tramonti gli spigolosi orizzonti?

III
Sulla sponda d’alto azzurro
sguardo di chi scioglierà
l’incognita sirena in un sussurro?

IV
Chi tesserà i granelli persi
Nel frutto anfratto
dal fuoco fatuo disfatto?


Del bel grembo sinuoso
nella sera mattutina
come in sogno di germoglio
l’acerbo corimbo raccogli
nel vorticoso abbaglio.

G. Nigretti da Derive d'amore 2001/2004

domenica 9 novembre 2014

deserto

IL DESERTO di J. L. Borges

Prima di entrare nel deserto
i soldati bevvero a lungo l’acqua della cisterna.
Ierocle gettò per terra
l’acqua della sua brocca e disse:
Se dobbiamo entrare nel deserto,
io sono già nel deserto.
Se la sete deve bruciarmi,
che già mi bruci.

Questa è una parabola.
Prima di sprofondarmi nell’inferno
i littori del dio mi permisero di guardare una rosa.
Quella rosa ora è il mio tormento
nell’oscuro regno.
Un uomo fu abbandonato da una donna.
Stabilirono di fingere un ultimo incontro.
L’uomo disse:
Se devo entrare nella solitudine
sono già solo.
Se la sete deve bruciarmi,
che già mi bruci.

Questa è un’altra parabola.
Nessuno sulla terra
ha il coraggio di essere quell’uomo.

martedì 28 ottobre 2014

su tutte

L'ASSIUOLO di Giovanni Pascoli

Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù...

Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù...

Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù...

venerdì 10 ottobre 2014

passi sparsi




NEL FIANCO

Sta lì solo a tufo salso e di lato soltanto
la presenza già straniera di codesto sguardo 
senza più quel gentile bel fiatare di fianco 
a guardarlo... è lì desolato uguale a quella 
sulla scoscesa scogliera. Ma qui – dove luce 
di bastimento non passa – ci son solo i passi
sparsi: sul bianco fumo di questa carta spenta 

o nel fianco di quell’antico convento, dove
senza pietà di vento la eco nostra sola sta.

G. Nigretti da Derive nel vento 2014

lunedì 22 settembre 2014

con occhi

COME ADESSO di Lawrence Ferlinghetti

Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte
siete stati ritirati troppo a lungo
nei vostri mondi chiusi.
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills
dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills
dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse,
giù dalle vostre basse colline e dalle montagne,
fuori dai vostri tepees e dalle domes.
Gli alberi stanno cadendo ancora
e non andremo più nei boschi.
Non è il momento ora di sedersi tra loro
quando l’uomo incendia la propria casa
per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna
mentre Roma brucia.
San Francisco sta bruciando
la Mosca di Mayakovsky sta bruciando
i combustibili fossili della vita.
La Notte & il Cavallo si avvicinano
mangiando luce, calore & potere
e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l’artista
sopra, oltre, dietro le scene,
indifferente, tagliandosi le unghie,
purificandosi fuori dall’esistenza.
Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari,
non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie,
non è il momento ora per la paura & il disgusto,
è il momento solo per la luce & l’amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione
distrutte dalla noia ai readings di poesia.
La poesia non è una società segreta,
né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più.
L’ora di emettere l’OM è passata,
viene il momento di cantare un lamento funebre,
un momento per cantare un lamento funebre & per gioire
sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra & per l’Uomo.
Il momento ora di esporsi
nella completa posizione del loto
con gli occhi completamente aperti,
il momento ora di,aprire le vostre bocche
con un nuovo discorso aperto,
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti,
tutti voi « Poeti delle Città »
appesi nei musei, includendo me stesso,
tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia
sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da workshop
nel cuore–giungla d’America,
tutti voi addomesticati Ezra Pound,
tutti voi poeti pazzi, sballati, da collage,
tutti voi poeti di Poesia Concrete pre–compressa,
tutti voi poeti da cunniligio,
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku
nella Siberia d’America,
tutti voi non realisti senza occhi,
tutti voi supersurrealisti autonascosti,
tutti voi visionari da camera da letto,
ed agitprop da gabinetto,
tutti voi poeti alla Groucho Marxista
e Compagni di ozio di classe
che restano inattivi tutto il giorno
e che parlano del lavoro di classe del proletariato,
tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia,
tutti voi Brahamini di Boston e bucolici di Bolinas,
tutte voi baby–sitters della poesia,
tutti voi fratelli zen della poesia,
tutti voi amanti suicidi della poesia,
tutti voi grassi professori della poesia,
tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti,
tutti voi Poliziotti della Poesia –
Dove sono i figli selvaggi di Whitman,
dov’è la grande voce che parla ad alta voce
con un senso di dolcezza & di sublimità,
dov’è la nuova grande visione,
la grande visione del mondo,
l’elevata canzone profetica
dell’immensa terra
e tutto ciò che canta in essa
e il nostro rapporto con essa –
Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta
e aprite le menti & gli occhi
con la vecchia delizia visuale,
schiarite la gola e parlate più forte,
la poesia è ,morta, lunga vita alla poesia
con occhi terribili e forza di bufalo.
Non aspettate la rivoluzione
o succederà senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce
con una nuova poesia completamente aperta
con una nuova comune-sensuale «comprensione–pubblica»
con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi,
un diapason nell’orecchio interno
per colpire sotto la superfice.
Del vostro dolce lo che ancora cantate
ancora esprimete « la parola en-masse» –
Poesia il veicolo comune
per il trasporto del pubblico
verso luoghi più alti
di altre ruote che possano portarla.
Poesia che ancora cade dai cieli
dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate,
le strade animate ancora con visi,
uomini & donne attraenti camminano ancora qui,
dovunque ancora attraenti creature,
negli occhi di tutti il segreto di tutti
qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono,
si svegliano e camminano nell’aria aperta.
Giugno 1975

domenica 21 settembre 2014

altra luce

VENTO A TINDARI  di S. Quasimodo

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima

A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo
E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.

Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.

Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.

giovedì 11 settembre 2014

Allende

memoria indelebile... 11 de sptiembre de 1973
Golpe de estado en Chile: las últimas palabras del presidente Salvador Allende

venerdì 5 settembre 2014

addio a Sirio

SIRIO LUGINBUHL OSSERVA LO SPECCHIO E POI SALE...
1994 Diario Di-aria - F451° - Otttomat, Alte-Montecchio (VI)

addio a


AMORE CHE NELLA MENTE di Jacqueline  Risset

Amor che ne la mente mi ragiona
amor che ragiona
che risuona
nell'anima
nel corpo-cuore
e nell'asse di cristallo
vieni con me passeggia con me
lungo il mare
coi granchi
amor che mi fai pensare
e mi svii ogni pensiero
mi porti frammenti di lui
frammenti passati
ma sorti presenti
immortali:
voce frettolosa nel corridoio
la mano che stringe la mano
nel sonno
oppure selvaggio dal volto severo
senza rispondere.

martedì 2 settembre 2014

onda



Giuseppe Nigretti recita "L'ONDA" da Derive d'orfeo
 2014 Giornata della poesia italo-marocchina
AMP, Fornace Carotta, Padova

venerdì 29 agosto 2014

slow

DA SUD A NORD di G. Ferraboschi 2014
(in tre no, ore 13,35)

L'amor(te)
è un Sole troppo forte:
il luogo del Sapere
delle cose troppo vere;

il luogo del Sapore
che nutre a tutte l'ore.

Ora voglio digiunare
per tornare a pensare,

ora voglio un poco d'Ombra
e tutto ciò che Sembra:
me ne torno a casa mia,
nel paese dell'Analogia.


DA NORD A SUD di G. Ferraboschi 2014
(andando al mattino)

C'è molto silenzio, qui a Nord.
Pallidi i lampioni (iersera)
nel vasto Prato illuminista.
La Grande Macchina funziona
nelle strade semideserte.

C'è bisogno di un Cuore nuovo.
Artificiale? Non so. Comunque
all'altezza delle veloci tecnologie:
Un Cuore slow, meridionale
per salire (non solo scendere)
le Scale.

sabato 23 agosto 2014

scogliera

ALLE DURE RADICI

Sbattendo polpi sugli scogli 
di fianco come vita scialba 
sfugge spuma fra le onde

alle dure sponde insicure
ritornano le nuove madri
hanno molli i tatuati ventri

queste dimentiche figlie urlanti
a piccole birbe dei monelli figli 
già velati fra le ali degli anziani 

e come i gabbiani dalle mie mani 
bramano molli le panze sbattute 
fra l’essenze cadute – in fessure 

di scogliera schivi granchi osano
la chiara linfa che spargo duro 
come in questa molle donna

che d’agro porto già guadato
di notte vuoto e tagli appresta
in vene piene di bianchi abbagli

le giornate mie cucino e salo
nei vapori gli sfumati sogni 
e di ieri le pescate speranze

nessun ventre oggi accoglie.

G. Nigretti da Derive amare 2004/05

venerdì 8 agosto 2014

filigrana


IL CROCEVIA di Maria Luisa Spaziani

Quell'unghia che raspava contro i vetri

- cane o persona amata, mio padre o il giardiniere -
più non chiama nè indugia nè si ostina.
Ma esiste, più irrequieta d'ogni mare.

E' un rumore schiacciato, una pastiglia di silenzio

che porta ancora un nome, un barlume di vita.
Càpita a volte di trovare in un libro
un fiore memorabile, filigrana e fantasma.

Tutto ciò che ora è denso, un crocevia di linfe,

dovrà passare per quella cruna d'ago.
Ride e piange il presente, e si prepara al rito.
Le maschere bifronti lo guardano passare.

domenica 3 agosto 2014

veleno

NON SA, LA BARCA, RISALIRE IL FIUME di M. L. Spaziani

Non sa, la barca, risalire il fiume.
Nessun vento contrasta la rapida.
Felicità, gonfiavi le mie vele.
Ora smorte ricadono in lamenti.

Ma sarebbero ancora le parole
l'essenziale energia. Quel silenzio
che sempre è il limo fertile del verso,
ora è puro veleno.

lunedì 28 luglio 2014

sulla lingua


SULLA SOGLIA

Se “pieni sono essi di morte, perché
son pieni di vita” che cos’è questo
vento bianco sulla lingua del mare
che nel fianco riporta memoria
uguale all’abbraccio tuo finale
sulla franta soglia delle scale?
forse è un solo foglio scarno:

che di voce persa attorno vola
e di sassi scende senza parola.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/2014

domenica 20 luglio 2014

lune


LUNA ESTIVA PIENA

La Pienaluna disse al Poeta:
Nell’oscuro del mondo la voce mia è di sole
la tua è un lacero sudario per parole morte 
un desolato calvario di sillabe storte…
e per aver luce la bolletta devi pagare

Il Poeta rispose alla Pienaluna:
Nel silenzio d’ogni novilunio porto la voce
l’urlo muto di chi cercandoti è già caduto
su questo oscuro andare di orme sole…
e con te e le parole saldo metà bolletta

G. Nigretti da Derive di aria 2012

venerdì 18 luglio 2014

tre donne

G. Nigretti dalla serie "Saffici vulcani"
I VOLTI DELL’AMORE di Louis Scutenaire

Un uomo aveva due donne. Affinché sperimentassero per un po’ la vita selvaggia e godessero il fascino dei boschi, ne mise una nella foresta di Saint-Germain e l’altra in quella di Fontainebleau.

Poi, tornò alle sue faccende. Ne fu così assorbito da dimenticare quelle due creature. Arrivarono la neve, il freddo, il vento.

Una sera, l’uomo si ricordò. Corse subito dalle poverette che ritrovò quasi completamente morte d’angoscia e di fame.

La prima si gettò piangendo tra le sue braccia: «Ah, mi avevi dimenticata!». La seconda sorrise con tenerezza: «Ah, ti sei ricordato di me!».

giovedì 3 luglio 2014

sul quadrato

G. Nigretti "Scacco"
NUOVE STANZE di E. Montale

Poi che gli ultimi fili di tabacco
al tuo gesto si spengono nel piatto
di cristallo, al soffitto lenta sale
la spirale del fumo
che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
guardano stupefatti; e nuovi anelli
la seguono, più mobili di quelli
delle tue dita.

La morgana che in cielo liberava
torri e ponti è sparita
al primo soffio; s’apre la finestra
non vista e il fumo s’agita. Là in fondo,
altro storno si muove: una tregenda
d’uomini che non sa questo tuo incenso,
nella scacchiera di cui puoi tu sola
comporre il senso.

Il mio dubbio d’un tempo era se forse
tu stessa ignori il giuoco che si svolge
sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
follia di morte non si placa a poco
prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo,
ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
cortine che per te fomenta il dio
del caso, quando assiste.

Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco
tocco la Martinella ed impaura
le sagome d’avorio in una luce
spettrale di nevaio. Ma resiste
e vince il premio della solitaria
veglia chi può con te allo specchio ustorio
che accieca le pedine opporre i tuoi
occhi d’acciaio.

mercoledì 2 luglio 2014

è morta


NULLA DI NULLA di Maria Luisa Spaziani

Strappami dal sospetto
di essere nulla, più nulla di nulla.
Non esiste nemmeno la memoria.
Non esistono cieli.

Davanti agli occhi un pianoro di neve,
giorni non numerabili, cristalli
di una neve che sfuma all'orizzonte -
- e non c'è l'orizzonte -

lunedì 30 giugno 2014

a l'amo




VILLANE FACCIATE


La prima sensazione volare
poi mi ha ripreso all’amo
di una felicità non contagiosa
dopo il crollo chiarificatore
di ogni sereno dubbio interiore.

Nel naufragio c’è la rinascita
quindi a manca sicuro navigo
nei placidi porti non guado
della assenza sua odorano.

. . . . . . . . . .

Fuori dai densi piaceri
rimpiante stagioni percorri
nel dolo a briglie sciolte
ti trottano al cocchio
del fantoccino – nero
ogni notte dal chiuso scuro
attendi che a stelle rosa e
gialle tinte nel buio dipinga
il fiele delle villane facciate
flesse nello specchio sbiadito
dall’eclisse quotidiano.

 G. Nigretti da Derive Amare 2004/05

sabato 28 giugno 2014

percorsi

ECHI di Alessandro Cabianca
Sono specchi ed echi, sono labirinti
di parole, forme concluse ed ombre,
scritture a margine e infiniti
intrecci, di segno in segno,
attraversamenti, o di sogno in segno;
mostrano il passaggio degli sconosciuti,
i transiti delle muse, poemi provvisori,
inconclusi, unici o replicanti,
percorsi dell'acqua e del fuoco